Il Museo delle Armi di Gardone V.T.
Tra gli elementi che compongono il patrimonio culturale delle moderne civiltà ci sono naturalmente i prodotti dell’ingegno umano e le armi, con il loro fascino di macchine complesse e grazie alla perfezione con cui sono realizzate, non hanno nulla da invidiare ad altri manufatti possedendo infatti le qualità delle opere ingegneristiche e di quelle artistiche.
di G.Tansella
Queste asserzioni, che certo non esprimono concetti nuovi per chi è già appassionato d’armi, non sono condivise da tutti tanto che oggigiorno non è sempre possibile discorrere serenamente di armi, soprattutto da fuoco: per questo motivo, una volta tanto, componiamo una breve presentazione cominciando con il riconoscere i meriti di coloro che, pur non essendo per forza di cose veri e propri amanti delle armi, hanno ben lavorato per dare a questi manufatti un luogo di raccolta e culto. I primi a meritare il riconoscimento degli appassionati sono perciò i governanti e gli amministratori locali che, magari da profani, hanno considerato con onestà intellettuale l’idea di dedicare un museo all’oplologia e si son prodigati per trasformare un progetto in realtà. Costoro, abbandonando certi pregiudizi e dimostrandosi ben consapevoli dei meriti della comunità che rappresentano, hanno saputo guardare all’essenza delle cose arrivando a vedere nelle armi le qualità idonee a dare degna testimonianza dell’ingegno umano e nel loro museo un polo d’attrazione culturale.
Definito dunque il contesto entro il quale è sorto il Museo delle Armi i ringraziamenti non vanno rivolti solo alle personalità che hanno aiutato i dirigenti del museo poichè in realtà la nascita di questa esposizione ha altre particolarità che la rendono unica: i manufatti in mostra non provengono da una raccolta preesistente ma formano una collezione eterogenea alla quale hanno contribuito più benefattori: ci riferiamo in particolare al Museo di Palazzo Venezia a Roma, quello di Verona, il museo Stibbert di Firenze e, con grande piacere, ad una moltitudine di cittadini privati che hanno donato i pezzi in proprio possesso sicuri di far bene.
Ci troviamo di fronte dunque ad un curioso caso in cui si è sviluppata prima la volontà di dar vita ad un’esposizione e poi l’opera di raccolta vera e propria all’insegna della sussidiarietà tra centri culturali ed appassionati. La struttura che ospita il museo è una villa storica di Gardone, che si trova in pieno centro cittadino ed è ben visibile da tutti coloro che percorrono la Valle Trompia lungo la strada statale 345 che la attraversa per intero: si tratta di Villa Mutti-Bernardelli, un complesso architettonico del XV e XVIII sec. circondato da un grande parco-giardino. Al suo interno, oltre alla Biblioteca Comunale ed all’Archivio Storico della Caccia, si trova il Museo dell Armi e della Tradizione Armiera che propone ai visitatori un percorso didattico diviso in due aree complementari: da un parte le sale che ospitano le armi partendo da quelle bianche fino ad arrivare a quelle da fuoco e dall’altra i locali dedicati ai processi costruttivi ed alla loro evoluzione. La sequenza espositiva è ovviamente studiata in modo da focalizzare l’attenzione degli avventori sugli aspetti più importanti della fabbricazione di armi, con particolare riguardo per i manufatti più rappresentativi delle varie tendenze costruttive oppure dei momenti di svolta creativa. Una sala multimediale, dove è possibile assistere a vere e proprie lezioni a tema, completa il percorso didattico ma sarebbe ingiusto dire che il museo nasca e si esaurisca entro i definiti limiti di una rappresentazione della tradizione costruttiva armiera italiana e straniera: il museo comprende uffici e studi grazie ai quali si può ben dire di aver fondato un vero e proprio centro culturale la cui attività permette, con buoni auspici per il futuro, di realizzare ciclicamente prodotti formativi di notevole interesse. Qualche esempio? La bella mostra, riconducibile al tema dei festeggiamenti per il 150° dell’unità nazionale, dedicata alla città ed alla comunità di Gardone nel 1861 ed al suo apporto all’unificazione. Altro prodotto ammirevole del museo è il libro edito dalla fondazione Negri “Armi Antiche a Gardone” a cura di Cesare Calamandrei, dedicato alla mostra inaugurale del museo e ricco di illustrazioni, a formare un vero e proprio catalogo ragionato, relative ai pezzi più importanti della raccolta. In conclusione non possiamo dunque che essere orgogliosi di presentare al pubblico una struttura meritevole poiché da una parte permette ai gardonesi di riconoscersi in manufatti che, meglio di qualunque riconoscimento, testimoniano il buon operato e dall’altro di trasmettere ai posteri, ai connazionali ed ai visitatori stranieri un tesoretto culturale frutto dell’attitudine a ben lavorare. Ricordiamo inoltre che il museo è parte di un complesso culturale e turistico molto ampio, che si sviluppa lungo l’intera valle ed è stato realizzato per accogliere gli appassionati ma anche le loro famiglie.
Link al Museo delle Armi e della Tradizione Armiera di Gardone V.T.:
http://www.museodellearmi.net/