Guerra e False Notizie (M.B.)
Il titolo, attuale, è legato ad un saggio pubblicato in Francia più di un secolo fa. All’epoca la guerra era finita da pochi anni e, nell’ignoranza di quel che sarebbe successo a breve, le era stato abbinato l’aggettivo grande, pensando si fosse trattato di un evento unico per proporzioni, irripetibile. Il pubblico francese aveva seppellito un milione e quattrocentomila caduti, aveva guarito un numero altrettanto impressionante di feriti nel fisico, continuava a prendersi cura dei feriti nella psiche, aveva sotto gli occhi i mutilati, ascoltava la voce dei reduci. La guerra aveva ribadito ancora una volta di avere un impatto gravoso anche per i vincitori. Tra i fortunati che potevano raccontare di essersi trovati, a volte per esservisi gettati con l’apparente certezza di morire nell’azione, al centro degli eventi bellici, Marc Bloch, del quale per la seconda volta propongo un’opera da leggere. Si tratta del suo Diario di guerra 1914/15 corredato dalle Riflessioni di uno storico sulle notizie false della guerra le quali sono poi l’oggetto vero di questo invito alla lettura in virtù della loro originalità. L’autore non si riferisce tuttavia al prodotto di consapevoli costruzioni volte a convincere ed indirizzare una massa bensì agli assunti, nati per caso fortuito in circostanze varie ma determinabili i quali, secondo precisi meccanismi, si sviluppano e diffondono con esiti che vanno dal grottesco al tragico. Il problema, per Bloch, era giudicato interessante in ragione dei legami con gli studi che aveva compiuto da civile ma, per noi, lo è anche per l’attinenza con gravissimi fatti di sangue che coinvolsero i civili nella guerra mondiale successiva e che, in generale, possono verificarsi in situazioni determinate. L’intento dell’autore è dunque duplice: riguardo agli studiosi vi è la volontà di migliorare l’esperienza dell’analisi storica in generale, cui mette a servizio anche il proprio vissuto di soldato; riguardo ai lettori vi è invece la speranza che essi facciano tesoro degli studi storici per evitare di ricadere, in futuro, in errori dalle conseguenze anche terribili.
Fucilazione di ostaggi civili in Belgio da parte di truppa tedesca. In molti casi si trattò di eccidi scatenati da veri e propri equivoci.