AMERICAN LONG RIFLES: FORMULA VINCENTE

AMERICAN LONG RIFLES: FORMULA VINCENTE

Semplici, solidi, precisi, eleganti, in una parola sorprendenti. Sono i Long Rifles americani, armi a parer nostro immortali e che l’industria italiana, maestra nella riproduzione, offre al pubblico a prezzi accessibilissimi. Uno sguardo alla produzione Davide Pedersoli, tra le più prestigiose.

di G.Tansella

In una stagione storica caratterizzata dalla soffocante proposta del superfluo si apprezza, per converso, il prodotto che fa dell’essenzialità il proprio maggiore punto di forza. L’arma che permette di eseguire il tiro perfetto senza bisogno di particolari accessori, in una logica di rifiuto del sovrabbondante.

Il tiro che amiamo è una sfida col nostro corpo, con la conoscenza del nostro strumento, della nostra munizione…ed al tempo stesso è agilità, leggerezza, libertà.

In passato si è insistito nel rappresentare il tiro ad avancarica alla stregua di un’attività prevalentemente romantica. Tirare ad avancarica, tuttavia, non è solo questo. Tirare ad avancarica vuol dire, per esempio, ricercare la perfezione del tiro attraverso la perfezione della conoscenza della propria arma, del proprio gesto atletico e, nel caso del tiro a lunga distanza, della capacità di calcolo balistico. Tirare ad avancarica vuol dire riscoprirsi interiormente forti e comprendere che quello che all’inizio viene percepito come aumento del livello di difficoltà altro non è che l’abbandono dell’eccedente. Determinati archetipi d’arma hanno infatti metaforicamente scritto la storia della caccia e del tiro e la loro longevità, tenendo presente che vengono tutt’ora sfruttati per produrre armi da gara, adatte agli ingaggi più impegnativi, anche estremi, è prova di bontà progettuale.

 

Qualche foto della trasferta a Bisley, Inghilterra, degli amici della Black Powder Shooting Union of South Africa, campioni assoluti cui va la nostra più grande ammirazione e simpatia. Dobbiamo considerarli, di fatto, i nostri maestri, tiratori veri. Nella foto Corena de Beer che ha trionfato, in quell’occasione, alla distanza di 900 Yards. Si tira sdraiati sull’erba, senza sostegni, senza ottica…e si fa centro.

Non scriviamo dunque per dimostrare che queste armi siano funzionali agli ingaggi al pari, eccettuato il volume di fuoco, delle armi concettualmente più moderne – equivarrebbe a dimostrare il dimostrato – ma per proporre, piuttosto, un percorso sportivo e culturale quanto mai attuale ed avvincente. Un percorso che offre l’opportunità di scoprire una sorprendente varietà di discipline e tecniche di tiro, tutte parimenti affascinanti. Un percorso adatto a tutti, accessibile in termini di costi, ricco di spunti formativi, divertente ed incoraggiante anche sotto il profilo agonistico. Non serve molto. Bastano un poligono con linee a 50m e un’arma il cui prezzo di listino oscilli tra i seicento ed i novecento euro circa. Un’arma di libera vendita. Un’arma di quelle belle, che accompagna il tiratore per una vita. Un’arma che, appesa al muro, abbellisce una casa. Un Longrifle americano.

 

Pedersoli modello Cub Dixie, cal.36. Da questo modello deriva l’attuale serie Scout. John.J.W.Dillin, uno dei più grandi studiosi di questo tipo d’arma ne evidenziava la leggerezza, l’eleganza, l’economia d’esercizio e la gran precisione (The Kentucky Rifle, 1924)

PERCHE’ LONG RIFLE OGGI?

D’impulso possiamo dire che ne apprezziamo la precisione, la leggerezza, la versatilità entro determinati limiti, l’economicità, l’eleganza.

Come sempre ha molta più possibilità di sbagliare il tiratore che l’arma. Se la carica è quella giusta e la manovra di tiro è corretta…si fa centro.

Riguardo alla precisione non possiamo che rilevare la bontà della realizzazione della canna sia in ragione del fatto che conosciamo bene, per esperienza diretta, il metodo di produzione Pedersoli sia perchè queste armi ottengono da anni, in gara, eccezionali risultati.

    

Qualche foto dal reparto produzione canne della Davide Pedersoli. Famose sono le PMG Premium Match Grade . Ogni manufatto viene attentamente ispezionato durante le varie fasi di lavoro, comprese le operazioni, importantissime, di lappatura.

La loro leggerezza, e soprattutto le dimensioni contenute delle versioni Scout, rendono molto confortevoli il trasporto pensando alla caccia e, in generale, le manipolazioni. Si trattava di manufatti concepiti per agevolare mountain men, cacciatori e carovanieri nella loro vita di fatica.

 

La tabacchiera (patch box), presente su alcuni fucili serviva a contenere pezze e pietre focaie.

Per quanto concerne la versatilità, senza dubbio impressionante in ambito venatorio ed apprezzabile in ambito sportivo, occorre tuttavia accettare il fatto che si tratti di armi, per disegno e configurazione, che hanno precisi limiti di utilizzo.

I Longrifle, concepiti per la caccia, hanno un calcio che per disegno – tecnicamente per valori di piega – non si addice al tiro da sdraiati. Anche la forma del calciolo non aiuta in quel caso. Le implicazioni, oggi, sono di natura sportiva poichè queste armi sono svantaggiate, in certe specialità sportive, rispetto ad altre che, per converso, magari sono inadatte al tiro in piedi.

E’ possibile farci tantissime cose ma non tutto. Accettando questi limiti soddisfazione e divertimento sono assicurati.

 

Queste armi sono molto sottili, ben bilanciate, essenziali nelle linee; il loro trasporto e maneggio è molto agevole.

I costi di acquisto ed esercizio, oggi come in passato, sono contenuti, premesso che il risparmio è dato anche dai metodi di allenamento.

Con pochi attrezzi è possibile prendersi cura, completamente, della propria arma, dalle operazioni di carica, alla pulizia profonda, fino agli interventi più complessi che poi, paradossalmente, son semplicissimi.

L’arma ad avancarica monocolpo, per il ridottissimo volume di fuoco, educa a non sprecare colpi. Quelle dotate di stecher poi si prestano eccezionalmente ad un’attività di cui siamo convintissimi sostenitori: l’esercizio in bianco.

Altro motivo che ci spinge ad amare queste armi riguarda la loro indiscutibile eleganza, elemento di cui le armi moderne sono ormai spesso prive.

Foto inedita che pubblichiamo d’accordo con il proprietario Kyle Upchurch, del gruppo FB Muzzleloading, che ritrae suo nonno Rodney Gray, nel 1972, consegnare un longrifle alla star Johnny Cash, appassionato di armi.

Interessante infine, nell’ottica di un acquisto, il fatto che la legislazione italiana, equiparando le repliche monocopo alle armi a modesta capacità offensiva, le renda di libera vendita. Questo, specifichiamo, vale solo per i manufatti in sè, non per il munizionamento, il trasporto ed il porto.

UNO SGUARDO ALLA PRODUZIONE PEDERSOLI

 

La bellezza di queste armi è tale da renderle desiderabili anche per motivi puramente estetici. In foto il calcio di un Frontier, rifinito ad olio, in essenza di acero americano.

Le armi di cui scriviamo son riproduzioni della prima famiglia di fucili propriamente americani, prodotti a partire dal XVIII secolo, che si diffusero tra i coloni soppiantando, di fatto, le armi a canna liscia di importazione europea. Pur non essendo dei manufatti di serie queste armi avevano caratteristiche sommariamente simili come la calciatura in essenza di noce autoctona americana, gli acciarini, i sistemi di scatto ma, soprattutto, la canna rigata di eccellente qualità, elemento che li pone in relazione con i famosi fucili da caccia centroeuropei, conosciuti con il nome di “Jaeger”. D’altra parte coloro che li realizzavano altro non erano che immigrati tedeschi stabilitisi, appunto, negli Stati della Pennsylvania, della Virginia e, in seguito, nel Tennessee, nel Kentucky e nell’Ohio.

 

I Longrifle nascono con gli acciarini a pietra focaia ma il sistema a capsula ha indiscutibili pregi, primo tra tutti la semplicità di utilizzo. E’ senza dubbio il sistema che consigliamo per iniziare.

Particolare di un acciarino a pietra focaia. Si nota la grande molla  della martellina.

Nel catalogo Pedersoli i prodotti riconducibili a questo archetipo d’arma sono essenzialmente quattro: i fucili Frontier, Pennsylvania, Kentucky e la serie Scout. I primi dell’elenco hanno una calciatura particolare mentre gli ultimi tre si differenziano tra loro, principalmente, per la lunghezza di canna, il peso complessivo ed il pacchetto di scatto. Esistono versioni speciali, assemblate con componenti pregiati o in edizione commemorativa. Dal nostro punto di vista si tratta di prodotti estremamente interessanti le cui versioni base hanno un costo relativamente basso anche se non si tratta del più basso pensando al catalogo aziendale Pedersoli. I fucili più economici sono quelli della serie Country Hunter che, tuttavia, sono secondo noi marcatamente destinati alla caccia (hanno linea di mira più corta e tacca non regolabile in alzo). In parallelo ci sono i Traditional Hawken in configurazione Target, Hunter e mancina, i quali sono concettualmente più moderni, ancor più versatili ma, dal nostro punto di vista, esteticamente meno raffinati. I Longrifle sono dunque, secondo noi, i più fedeli allo stile delle armi originali e rappresentano, ma si tratta di opinioni personali, il miglior compromesso tra precisione, bellezza ed economicità.

Fucile della serie Frontier. Il pubblico ha visto questa famiglia di armi al cinema, per esempio nel film Revenant.

I Pennsylvania sono i più lunghi di tutti, con uno sviluppo di 142,5cm, canna di 105,7cm ed un peso variabile tra i 3,5 ed i 3,8 Kg. Calibri proposti il .45 ed il piccolo .32, apprezzatissimo in nordamerica per la caccia ai nocivi ed al tacchino selvatico. Le armi di questa serie hanno lo stecher.

Seguono, per dimensioni, i Kentucky i quali hanno una lunghezza totale di 127,5 cm, canna lunga 90,3 cm e peso compreso tra i 3,2 ed i 3,7 Kg a seconda della versione in cal.32, .45 , .50.

Fucile Kentucky

Gli Scout, proposti nei calibri .32, .45, .50, sia con acciarino a pietra che a percussione, sono di fatto delle carabine: la loro lunghezza non supera i 109cm, la canna è lunga 72cm ed il peso è inferiore ai 3 Kg nella versione più pesante.

  

Gli organi di mira del Cub Dixie in nostro possesso sono completamente regolabili. In deriva la regolazione è libera ( abbiamo calcolato 1cm a 50m per 0,114mm di spostamento); l’alzo è a tacche. Per uno spostamento degli organi di mira di 1mm corrisponde, a 50m, uno spostamento nominale di 8,77cm circa.

I LONG RIFLE AL TIRO

 

Qualche scatto dalla piazzola allestita presso il Red Beret Camp di Broni (PV), che ha ospitato i nostri esperimenti e che consigliamo agli appassionati. Benchè queste armi consentano ingaggi ai limiti della media distanza, vale a dire 200m circa, vengono prevalentemente utilizzate, in ambito sportivo, a distanza breve. Quella tipica delle gare è 50m.

L’equipe di prova a cui sono riferibili le considerazioni che seguono era composta, oltre che da chi scrive, da Maurizio Spada e dalla moglie, Manjola Konini, rispettivamente istruttore federale UITS, campione italiano UITS  2017 e 2019 categoria Vetterli/R e tiratore di avancarica da decenni e, lei, agonista, campionessa italiana UITS 2019 categoria pistola automatica. Ci sembra dunque giusto riportare ai lettori, come fossimo insieme, sulle linee di tiro, le impressioni, oltre alle nostre, di due figure la cui esperienza pratica, oltre all’onestà intelletuale, è utile a formulare giudizi credibili, improntati al senso della realtà e al pragmatismo.

 

Manjola Konini al tiro. La sua prima esperienza con armi ad avancarica ha avuto riscontri eccezionalmente positivi: in primo luogo ha dimostrato una notevolissima competenza tecnica e pratica; ha ottenuto risultati eccellenti; ha, come speravamo, deciso di proseguire il viaggio alla scoperta dell’avancarica.

Siamo dunque concordi nell’affermare che le armi di cui scriviamo siano molto piacevoli da utilizzare e che, se ben imbracciate, estremamente precise. Soprattutto le versioni scout, con canna corta, non risultano appruate e non sollecitano particolarmente la muscolatura. Gli organi di mira, eccellenti per la caccia, risultano in ragione della luce laterale tra mirino (sottile) e tacca leggermente affaticanti: può capitare, in determinate condizioni di luminosità e se gli organi non sono stati ben opacizzati col nerofumo, di commettere dei piccoli errori di allineamento con conseguente dispersione orizzontale. Questa caratteristica, tuttavia, nulla toglie al divertimento. Uno dei pregi delle armi da caccia, a differenza di quelle sportive consiste nella versatilità. In concreto, dunque, i Longrifle si prestano ad affrontare più di una disciplina MLAIC: quella di riferimento, in via di affermazione quindi non ancora inserita ufficialmente nei calendari competitivi, è la Trapper. E’ possibile tuttavia, pur con qualche svantaggio in termini di ergonomia e precisione nel puntamento, gareggiare in Pennsylvania e Vetterli.

 

L’aumento di difficoltà rende ogni sessione a fuoco affascinante. Alla fine ci si sente forti, soddisfatti, motivati a far meglio.

Entro quest’ambito si affronta una concorrenza agguerrita, come per esempio i tiratori dotati di veri e proprie leggende come gli Swiss Match e Waatlander, ma l’impresa del 2015 del tiratore Jurza alla MLAIC European Championship dimostra che nulla è impossibile. C’è da dire un’ultima cosa a riguardo: chi sceglie avancarica ama le sfide. Seguiteci!

 

Quando un’arma è ben realizzata sul campo non delude mai.” Parola di Pierangelo Pedersoli. Nel 2015, ai campionati MLAIC europei, le armi Pedersoli ottengono, tra le tante, tre eccezionali prestazioni nella specialità Pennsylvania. Una di queste, a pari punteggio (97/100) con i gloriosi Swiss Match, è un Cub Dixie cal.45 nelle mani del tiratore slovacco Jurza.

Dedicated to Shaye

La squadra al completo: da sinistra G.Tansella, M.Spada, M.Konini. Insieme a noi il Sig.Franco del poligono Red Beret Camp, che ci ha professionalmente, premurosamente e simpaticamente assistiti.

Leave a Comment