COSTANTINO FIOCCHI CI PARLA DEL .410/76
1) Come nascono, dal punto di vista storico, le munizioni di cui parliamo?
Innanzitutto il corretto nome sarebbe 410/76 perché esistono anche le versioni 410/50, 410/63.5, 410/65, 410/70 e 410/73 ossia armi con camera (e relativo bossolo della cartuccia) di diametro .410 espresso in millesimi di pollice e lunghezza rispettivamente 50, 63.5, 65, 70 e 73 mm. È comunemente chiamato anche 36 magnum o 410 magnum. Gli inglesi e gli americani lo chiamano Four-Ten. Nasce agli inizi del ‘900 come fucile per i ragazzi, successivamente viene sempre più impiegato anche dagli adulti per le sue caratteristiche di grande sportività sempre più attuali e richieste dalla caccia moderna. Ha sempre goduto di grande popolarità soprattutto in USA e nei paesi Anglosassoni. In Italia in passato erano molto diffusi i “fratelli minori” 410/50 e 410/63.5 per la caccia alla piccola migratoria da capanno per tiri a brevi distanze. Solo negli ultimissimi anni è stato riscoperto direi soprattutto per merito di Carlo Rizzini e Giovanni Pierotti attraverso le loro imprese sul canale Caccia & Pesca.
2) Cenni generali sul calibro in questione.
Il 410/76 pur essendo un piccolo calibro ha veramente prestazioni eccezionali. Le cartucce sviluppano pressioni attorno ai 900 bar con velocità che, se alla bocca possono sembrare un po’ basse (attorno ai 370-380 m/s), poiché lo sciame dei pallini rimane molto compatto, la velocità si mantiene molto bene e di conseguenza questo calibro è micidiale anche alle lunghe distanze. Possiamo dire che è un calibro difficile perché la rosata è molto stretta e bisogna sparare molto dritto, ma difficilmente si fanno feriti. Per avere queste caratteristiche però, è estremamente importante che la cartuccia da caccia abbia la borra col contenitore che protegge completamente la massa dei pallini evitandone lo strisciamento degli stessi contro la canna; quest’ultima deve essere di almeno 70 cm.
3) Descrizione tecnica.
La cartuccia provata a Mesero si chiama semplicemente Magnum 36. Il bossolo è da 76 mm con fondello da 16 mm. La polvere è la SP3 che è la più indicata. La borra, di esclusivo disegno Fiocchi, contiene integralmente la massa dei pallini per le ragioni dette in precedenza. I pallini sono in piombo temperato al 2% di antimonio in quantità leggermente variabile in relazione al loro diametro. Il 410 infatti, viste le sue dimensioni ridotte, ha poco spazio e mentre si riescono a mettere agevolmente 19 g del piombo 10 con chiusura stellare, salendo con il diametro dei pallini la quantità che si riesce ad inserire arriva ai circa 17 g del piombo 6.
4) L’iter produttivo e sperimentale.
La produzione del bossolo avviene su macchine dedicate ed è estremamente delicata e difficile viste le piccole dimensioni. Quella della cartuccia viene effettuata su macchine dedicate ai piccoli calibri (24, 28, 32 e 36). La sperimentazione riguarda la costruzione di nuove cartucce con proiettili differenti (palla, pallettoni, steel shot).
5) L’offerta commerciale Fiocchi Munizioni ed i relativi riscontri nelle varie aree di mercato.
Fiocchi oltre a quella provata a Mesero, offre una cartuccia dedicata al tiro a volo che monta una borra leggermente diversa che permette di aprire leggermente la rosata, una cartuccia con borra senza contenitore, una con sei pallettoni da 8 mm micidiale per la caccia agli ungulati dove sia possibile il suo utilizzo ed una a palla unica anch’essa dedicata a grossi animali.
6) Cosa ama Costantino Fiocchi del cal.410?
Ne amo la leggerezza e la maneggevolezza. Quando lo utilizzo per qualche giorno di seguito, se passo a fare qualche colpo col 12 mi viene quasi la nausea. A caccia uso sempre il pallino del 6 per fagiani, starne, germani e alzavole. Per tordi e allodole pallini del 10.
7) Uno spazio da comporre in piena libertà, dedicato ai lettori.
Il 410 è pura gioia di sparare. Inoltre una formidabile scuola di tiro. Imparare a sparare con questo calibro aiuta tantissimo a “raddrizzare la mira”. Non bisogna però scoraggiarsi se i risultati all’inizio sono modesti, perché ripeto, la rosata è molto stretta e colpire è molto più difficile che col 12. Consiglio pertanto di farsi seguire da un istruttore o almeno da un tiratore esperto.